Chi è Enzo Falcone ?
Enzo Falcone è nato a Milano, dove si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano, ha maturato numerose e intense esperienze nel settore umanitario.Già da ragazzo faceva il volontario in attività rivolte all’infanzia e ha svolto il servizio civile sostitutivo del servizio militare. Poi ha lavorato per Medici senza Frontiere, per le Nazioni Unite, per l’Unicef, per diversi Ministeri Europei e Ong. Successivamente si è stabilito in Vietnam, dove ha costituito insieme ad alcuni amici CarethePeople Onlus, associazione operativa in ambito socio sanitario e assistenziale, con progetti rivolti in particolare ai bambini disagiati e le donne in condizioni di povertà estrema in Vietnam.. Ha sposato Tam, una vietnamita che voleva rimanere in Vietnam per contribuire alla crescita del suo paese, e hanno due figli, Chiara e Francesco
… Tutti noi dovremmo sentirci responsabili per tutto ciò che non facciamo per alleviare le pene del mondo.
La nostra responsabilità è restare passivi o ammutoliti, davanti all’ingiustizia, all’ineguaglianza, alla sofferenza altrui.
Il terzo mondo non è poi un luogo geograficamente distante, è accanto a noi. Lo respiriamo ogni giorno, lo attraversiamo ogni momento in cui le ingiustizie e gli egoismi impediscono la dignità altrui.
Essere responsabili è portare attivamente il peso di un imperativo morale: testimoniare con azioni e parole la nostra umanità, partecipare per rendere il mondo un luogo più sano, più umano per tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, dall’essere uomo o donna.
Ognuno di noi può contribuire a fare la differenza, ognuno di noi deve convincersi che ha la forza per poter far ciò per sé e per gli altri… (Enzo Falcone).
INTERVISTA A ENZO FALCONE
Ho visto talmente tanta sofferenza negli anni trascorsi in Africa e in Asia, che dovrei ormai riuscire a confrontarmi con essa con equilibrio. Ma non è così: non mi sono ancora, per così dire, assuefatto. Ogni volta, la sofferenza di un bambino, di un affamato, di un malato, di un mendicante, di una prostituta, è la mia sofferenza. È come se la sentissi su di me. Il peggio è che mi sembra di fare così poco per gli altri o comunque di non farlo bene come dovrebbe essere fatto. Tutti noi dovremmo sentirci responsabili per tutto ciò che non tentiamo per alleviare le pene del mondo. La colpa non sta solo nell’infrangere una morale, dei valori che sono patrimonio di tutti al di là delle epoche e dei Paesi, ma anche nel restare passivi o ammutoliti davanti all’ingiustizia, all’ineguaglianza alla sofferenza altrui.
Il Terzo Mondo è un luogo distante da noi solo geograficamente, ma in realtà è accanto a noi. Lo respiriamo ogni giorno, lo attraversiamo ogni momento in cui ingiustizie ed egoismi feriscono la dignità altrui. L’esperienza di medico in Africa mi ha aperto orizzonti che avrei sicuramente perduto se non fossi partito. Il dono più prezioso l’ho ricevuto vivendo lì: la sua gente, i suoi fiumi le sue foreste mi hanno parlato. Ho compreso al di là delle parole l’amicizia, il sacrificio, l’amore, l’onestà, la coerenza, l’essenzialità. E, soprattutto, l’uguaglianza: desideriamo tutti le stesse cose: lavoro, amore, pace, un futuro per noi e i nostri figli. E soffriamo per le stesse cose. Ognuno di noi può contribuire a fare la differenza, ognuno di noi deve convincersi che ha la forza di poter far ciò per sé e gli altri. Siamo tanti a essere schierati dalla parte degli umiliati e offesi dall’arroganza e dalla violenza della nostra opulenza. Noi abbiamo dato il nostro contributo fondando Care the People, una piccola organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
Devo ringraziare mio padre che è stato il primo a sostenermi in questa scelta quando, 25 anni fa, partii per la prima volta per l’Africa. Ero un giovane medico, impaurito da questa grande esperienza e soprattutto ero ancora allettato dalla carriera, dalla vita comoda in Italia e dalle prospettive lavorative … No, non ho avuto mai dei ripensamenti perché ho avuto la fortuna di avere accanto delle persone che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato. Però la cosa che più mi addolora e vedere tante persone che potrebbero veramente partecipare ad un progetto di vita…ma purtroppo hanno paura di assumersi delle responsabilità… Più che la violenza, oggi, mi fa paura l’impotenza con cui le persone convivono… Possiamo veramente cambiare il mondo…non è un sogno o parole da visionario… Bisogna che ognuno inizi e impari a fare il proprio dovere, impari a non sentirsi impotente…a non lasciare i sogni nel cassetto….